Premessa: conoscevo pochissimo Fresu, ma averlo visto la settimana scorsa a Stintino mi ha spinta a cercarlo ancora. Come potevo mancare ieri sera, quando a due passi da casa il Maestro ci onorava della sua presenza?

Ma prima voglio raccontarvi di quanto io sia rimasta emozionata e positivamente colpita per la sua esibizione Stintinese. Con lui vi erano la scrittrice Michela Murgia e il pianista serbo Bojan, due personaggi che hanno costruito insieme a Paolo la magica serata. La prima ha letto un testo sull'incongruenza del linguaggio nel nostro paese e nella lingua sarda e poi un altro a proposito della vita, della gente e dei bambini di Cabras, paese di nascita della scrittrice in questione. Il pianista e il Maestro si sono cimentati nell'esecuzione di brani con piano elettrico e tromba. La scenografia è mozzafiato: Bojan è in posizione centrale a bordo di un peschereccio, mentre la Murgia e Fresu sono ai lati su due barchette. L'illuminazione è suggestiva, vi è un gioco di colori continuo che contribuisce a creare forti emozioni. La scelta, dettata da motivi di spazio ristretto, di fare il concerto in un meraviglioso palco naturale che è il mare, che col suo ondeggiare cullava dolcemente gli artisti, è stata una trovata geniale. Il contorno della gente rende il tutto molto famigliare e caloroso. Mi spello le mani, vorrei abbracciarli tutti. Il mio entusiasmo è alle stelle! Così, ieri sera con Antonello, Pietro e una carissima coppia di amici, ci siamo andati all'Argentiera.

All'altezza del bivio per Cala Unanu troviamo già le macchine parcheggiate... Macchine dappertutto!! C'è già il pienone ma riusciamo con una certa "abilità" a lasciare le macchine in posizione privilegiata rispetto a chi ha dovuto addirittura posteggiare all'altezza del cimitero! Raggiungiamo rapidamente la piazzetta e anche qui siamo fortunati, anche se lo vedremo di profilo, riusciamo a scorgere la figura inconfondibile di Fresu. Ma andiamo per ordine: arriviamo che sta per concludersi l'introduzione al Festival diretto dallo scrittore Flavio Soriga sul tema "La radio, il paese, la gente" a cura di Massimo Cirri e Calciura, famosi conduttori radiofonici. Intanto si annuncia la mancata presenza causa problemi di salute di Paolo Rossi, mannaggia, ero proprio curiosa di sentire cosa avrebbero fatto insieme! Arriva il Maestro, energico, vitale, insomma, un giovane cinquantenne: "Unu pizzinneddu".

Ma d'altronde, uno che trasmette la sua bravura in un modo così genuino e umile non può che essere così. A colmare la mancanza di Paolo Rossi ci penseranno altri autori che con i loro racconti tra il serio e l'ironico e il sottofondo sublime della tromba, ci trasporteranno all'interno delle storie stesse. Racconti di quotidianità, dall'adolescente convinto che la propria mamma sia la principale fonte delle sue insicurezze, al sardo convinto che tutto ciò che è sardo non è solo "buono e bello" ma è... "Buonissimo e bellissimo", sulle tradizioni presunte o inventate del paese di Uta (paese natale di Soriga), fino alla quasi conclusione dell'esibizione del Maestro che si è prestato, incalzato da uno strepitoso ed ironico Cirri, ad eseguire i suoni in base alle suggestioni letterarie del pubblico: compito eseguito egregiamente. Insomma, mi sono dilungata un pochino, per dirvi che queste serate fanno si che si vada via con qualcosa in più nel cuore, nell'anima e nella mente. Le emozioni che ci trasmettono allargano i nostri orizzonti... E non è poco.

Francesca Musio