Un plaid sulle gambe e il giornale in mano. Difende un servizio importante ma soprattutto difende la propria dignità di ultranovantenne che ancora va a ritirare la pensione con le proprie gambe. Se le cose andranno come qualcuno teme, se cioè l'ufficio postale di Palmadula chiuderà i battenti per essere trasferito – «temporaneamente» secondo Poste Italiane, «definitivamente» secondo i residenti della Nurra – nella lontana borgata di Campanedda Antonio come farà a ritirare i suoi soldi? Non ci sono mezzi pubblici e non può certo esser schiavo della disponibilità altrui.

Gli striscioni in mezzo alla strada ieri bloccavano il traffico di auto e mezzi pubblici, è passata giusto un'ambulanza per soccorrere una donna anziana caduta in casa. Poi la barriera non si è mossa più fino all'arrivo del sindaco Ganau, del suo vice Gavino Zirattu e dell'assessore Vinicio Tedde.

«Devo pensare – lo ha detto chiaramente il primo cittadino – che dietro questa decisione di un trasferimento temporaneo ci siano ben altre scelte. Io non credo alle soluzioni provvisorie, c'è un chiaro piano di ristrutturazione nazionale che prevede l'accorpamento degli uffici, noi non siamo d'accordo e sosterremo fino in fondo questa battaglia che è vostra ma è anche nostra. Chiediamo a Poste Italiane che siedano a un tavolo con noi e con il prefetto per trovare insieme una soluzione. Non hanno più scuse: abbiamo messo a disposizione i locali della circoscrizione perfettamente a norma, ora aspetteremo la loro risposta».

La popolazione ieri mattina era in delirio, sono stati bloccati i camion che avrebbero dovuto cominciare il trasloco degli arredi verso gli uffici di Campanedda. «Come mai – gridavano – la direttrice provinciale non ha inviato ai correntisti di questo ufficio un comunicato per spiegare quello che stava succedendo? Perché a oggi non è affissa alcuna comunicazione ufficiale?». Il sindaco Ganau, che ieri ha sentito telefonicamente la direttrice, ha chiesto che venisse applicata la proroga di due mesi, tempo necessario per trovare una soluzione. Anche perché lo sfratto non è esecutivo. «Vi consiglio di continuare a mantenere la mobilitazione perché questo aiuta anche il Comune nella trattativa – ha risposto il sindaco a precisa domanda – nel rispetto della legalità naturalmente».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale dell'Upc Massimo Mulas che ha scritto alla direzione regionale di Poste Italiane, al prefetto e al primo cittadino: «Le peculiarità dell'intera area della Nurra, dal punto di vista demografico, geografico e soprattutto per ciò che concerne la rete dei collegamenti stradali, costituiscono i presupposti fondamentali per comprendere i motivi della forte preoccupazione considerato che circa 2500 abitanti si appoggiano proprio sul solo e unico ufficio postale di Palmadula».

Da: La Nuova Sardegna del 29 dicembre 2012