Non è cambiato niente. Oggi come 671 anni fa. Lo sbarco allora si consumò come un agguato nella Baia di Porto Conte, a nord di Alghero. L’invasione, marcatamente spagnola, la pianificarono a Barcellona per dispiegarla senza remore nell’enclave nordovest dell’Isola di Sardegna. L’obiettivo era conclamato: la “cattura” della grande piana della Nurra. A guidarla Bernardo de Cabrera, ammiraglio catalano. I registri reali del tempo immortalano la data: 27 luglio del 1353. La missione è senza appello: la conquista dell’immensa distesa di terre, prima lacustri e poi agricole, da Porto Torres ad Alghero, passando per Sassari. Una storia di miniere, saline e malaria, quest’ultima l’unica in grado di sconfiggere l’invasore. Oggi, come allora, la storia si ripete. Più sofisticata, più “green” direbbero i benefattori degli affari in terra sarda. Anche questa volta non cambia la rotta, dal cuore di Barcellona a quello della Nurra più autentica.

Il “pedigree” dello spagnolo, però, ha un precedente che ne spiega l’animus operandi: «ha maturato la sua esperienza nel settore del Corporate Banking». Niente a che fare con energia green, ma semmai affari, solar-dollari e incentivi pubblici a manetta. Non è dato sapere se questo novello invasore si ispiri o meno alla nefasta calata spagnola in terra sarda, certo è che poco cambia nell’approccio, nei modi e nell’imponenza dell’invasione pianificata. Per lo sbarco sul Fiume Santo, agli albori del 2024, tralascia Porto Conte e si affida piuttosto al più collaudato “porto burocratico” utilizzato negli ultimi anni dalle colonne marcianti di affettatori d’aria e “solar-man” per invadere la Sardegna a colpi di foreste eoliche e infinite distese di specchi di silicio: il Ministero della sicurezza energetica e solo nominalmente dell’ambiente. Il piano è secretato, blindato in una formula consolidata nel dicastero di pale e pannelli: verifica amministrativa.

Di certo c’è che il progetto di catalana memoria è stato depositato nel silenzio prenatalizio del dodici dicembre scorso nello sterminato protocollo dei progetti da “accelerare” attraverso le procedure di valutazione ambientale legate al Pnrr. I pochi elementi trapelati sono quelli di un’invasione senza precedenti della Piana della Nurra, tra Sassari e le sue frazioni storiche, epicentro a Palmadula, con un dato che colloca la distesa di silicio pianificata per il nordovest dell’Isola tra le più grandi al mondo, tra le primissime in Europa e certamente la più devastante in Italia. Dai meandri del ministero confermano il dato: impianto agri-voltaico della potenza di 358 megawatt. In pratica più del triplo del più grande impianto italiano realizzato sino ad oggi, quello di Troia, vicino Foggia, 150 ettari, con 275 mila moduli di ultima generazione e 103 megawatt di potenza. Quello che i signori venuti da Barcellona pensano di realizzare nell’enclave agricolo-nuragica della Nurra ricade tutto nel territorio del Comune di Sassari, con l’area circoscritta tra le frazioni di Palmadula, La Corte, Canaglia, Li Piani, San Giorgio, Scala Erre.

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